Olio di Palma? no, grazie

Proprio in questi giorni ad una riunione del Comitato delle Mense scolastiche della mia città è stato menzionato l’olio di palma, e proprio questa sera ho trovato una mail di una cara amica proprio su questo argomento: un approfondimento chiaro ed esaustivo curato dalla d.ssa Michela Trevisan curatrice del blog Nutrizionisti per l’Ambiente (oltre che Biologa, Specialista in scienza dell’alimentazione, autrice di diversi libri, esperta in alimentazione dei bambini, intolleranze alimentari, alimentazione vegetariana e vegana).

 

( Immagine tratta da http://www.nutrizionistiperlambiente.org/)

 

Qui di seguito vorrei sintetizzare in modo schematico alcuni punti fondamentali del suo articolo, ma vi consiglio vivamente di leggere la sua versione originale (OLIO DI PALMA: UN COLPO AL CUORE!) ben curata ed approfondita.

Oggetto: olio di palma e di palmisti

Origine di questi olii: derivano dalla spremitura rispettivamente del frutto e del seme del frutto della palma

Utilizzo: nell’industria alimentare, utilizzati al posto del burro

Motivo della diffusione: presentano un costo molto più basso del burro, si conservano molto più a lungo senza irrancidire e generano prodotti molto friabili (delle belle caratteristiche per un prodotto per l’industria dolciaria)

 

 

Aspetti dannosi per la salute:

  • come sottolinea anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, aumentano il rischio di incidenza delle malattie cardiovascolari (CVD) perchè aumentano la percentuale nel sangue del colesterolo cosiddetto  “cattivo” (LDL).
  •  alterano le funzioni del sistema immunitario ed ormonale, (come tutti i grassi saturi quando vengono assunti in quantità eccessive), creando scompensi che possono favorire la comparsa di allergie, malattie autoimmuni, alterazioni delle funzioni riproduttive ed intellettuali sia nei bambini che negli adulti.
  • alcuni tipi di grassi  – in particolar modo l’acido palmitico –  deprimono il senso di sazietà (da Journal of Clinical Investigation (-Benoit et al. 2009-))

Dove si trovano?:   in alimenti largamente consumati dai bambini quali prodotti da forno (sia convenzionali che biologici), margarine vegetali, patatine, gelati, cereali per la prima colazione, latti in formula per neonati, caramelle, merendine, biscotti  e biscotti prima infanzia, crackers, grissini, fette biscottate, brioches, focacce, torroni, paste sfoglie e frolle già pronte, creme spalmabili.

Come possiamo evitarli?: leggendo bene le etichette dei prodotti che acquistiamo, dove possono essere dichiarati con la dicitura  “olio di palma”, ma anche  “grassi vegetali” o “grassi vegetali non idrogenati”, che sono sempre olio di palma e cocco.

Conclusioni: prediligiamo prodotti che contengono olio extra vergine di oliva, olio di girasole spremuto a freddo e frazionato e, in alcuni casi, semplicemente il burro.

E, aggiungo io, proviamo a fare in casa qualche sana merenda utilizzando il burro, olio extravergine di oliva o olio di semi di girasole…

 

10 commenti

  1. …..mi fanno accapponare la pelle certe informazioni, così ieri ci siamo messi a fare i biscotti in casa da mangiare a colazione!!! 🙂
    ci vorrebbe più tempo a disposizione e a mangiare salutare basterebbe poco….cmq è stato un ottimo spunto di riflessione 🙂 grazie laurì 🙂

  2. L’informazione su questo prodotto è appena cominciata qui in Italia e non è mai troppa la diffusione, quindi ottimo l’articolo. Solo si è dimenticata di citare i Danni all’ambiente non indefferenti poichè le palme sono coltivate in maniera intensiva a discapito indovinate di chi? delle foreste pluviali e in imolte zone dei contadini a cui prelevano i terreni per favorire appunto la grande industria. L’olio di palma quindi ci fa del male due volte.

    E quando scegliamo sul mercato che esprimiamo il nostro voto, ancor prima che durante le elezioni.

  3. l’olio di palme è l’equivalente olio di cocco? ho letto articoli (anche in siti “bio” …) dove venivano invece elogiate le proprietà dell’olio di cocco (e dello zucchero) e io sto facendo un po’ di confusione.

  4. ciao Laura, olio di cocco e di palma sono due cose diverse. Quello di cocco i ottiene dalla spremitura della polpa del cocco fatta essiccare, quello di palma invece dai semi o dalla polpa del frutto (che non è il cocco…)
    Essendo entrambi olii tropicali, io mi toglierei il pensiero e li lascerei da parte per privilegiare invece il nostro splendido olio extravergine di oliva o un buon olio di semi di girasole spremuto a freddo! ciao

  5. interessantissimo articolo!! purtroppo poco diffuso o poco conosciuto! a casa sono.sempre attenta a quello che acquisto ma in mensa ???..quante schifezze fanno mangiare ai nostri bimbi per 5 giorni alla settimana…purtroppo tanti genitori non conoscono la dannosità di certi cibi, basta spendere poco..vorrei tanto che le cose cambiassero e che almeno i bimbi che hanno bisogno di noi adulti per essere educati sia esonerati da questi cibi malsani.

  6. ciao Lucia,hai ragione. Ma l’educazione ai nostri figli la facciamo noi in prima linea. Lo so non è facile con le mense, ma per esperienza, è necessario fare una forte diffusione delle informazioni…quando si è informati si può scegliere e questo è importante. Grazie del commento.

  7. l’ennesima ritrita raccolta di luoghi comuni su un olio vegetale non più pericoloso di tanti grassi “bio”…

  8. ciao, il post non ha la pretesa di essere un compendio scientifico di raffronto tra i diversi oli. Se hai delle informazioni in più da aggiungere a titolo di completezza ben venga, a me farebbe solo piacere 🙂

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